mercoledì 30 gennaio 2013

Il cammino del cuore di Carlos Castaneda

Carlos Castaneda
 Carlos Castaneda
Dec 25, 1925 - April 27, 1998
 


"Per me esiste solo il cammino lungo sentieri che hanno un cuore, lungo qualsiasi sentiero che abbia un cuore.
Lungo questo io cammino e la sola prova che conta è attraversarlo in tutta la sua lunghezza. E qui io cammino guardando, guardando senza fiato."

martedì 29 gennaio 2013

CICLO ULTRADIANO - 90 minuti di vette e valli






















Ciascuno  di noi sperimenta costantemente durante la giornata l'alternarsi di energia e stanchezza, di lucidità e affaticamento mentale, di stati d'animo differenti fra loro, di efficacia nel risolvere problemi e di blocco creativo.
Si tratta della manifestazione di picchi e valli naturali del ritmo biologico.
Questo ritmo che si ripete più volte durante il corso della giornata, è uno dei ritmi ultradiani e si svolge su un periodo di 90-120 minuti, creando un ciclo di eccitazione, massimo rendimento, tensione e riposo in molti dei nostri processi chiave fisici e psicologici.

Questi cicli fondamentali di riposo-attività modulano molti dei sistemi chiave della mente e del corpo: prontezza mentale, umore e creatività, energia, appetito, prestazione fisica, memoria ed eccitazione sessuale. L'intero organismo segue il richiamo di questi ritmi della durata di 90-120 minuti, per oltre 12 volte al giorno, ogni giorno della nostra vita.

Durante la prima fase di questo ritmo, per un periodo appunto che va dai 90 ai 120 minuti, cavalchiamo un'onda di crescente prontezza mentale e fisica e di energia; le nostre abilità, la memoria e la capacità di apprendimento sono al loro punto massimo per affrontare il mondo circostante. Al termine dei 90-120 minuti, l'onda di rendimento si è conclusa e si apre una fase di pausa, di durata variabile fra i 15 e i 20 minuti. In questa fase avvertiamo la necessità di riposare e molti dei sistemi mentali e corporei si rivolgono interiormente, alla ricerca di equilibrio e di ricarica per un impegno ulteriore. A quanto pare, la mente conscia dele prendere le distanze dagli impegni esterni, affinchè le parti più profonde della mente possano ricaricarsi e metabolizzare le esperienze. Questa è la risposta ultradiana di riequilibrio.

Purtroppo la maggior parte di noi ignora i segnali indicanti che i sistemi mente-corpo devono ripiegarsi all'interno, e attribuisce a queste sensazioni un significato negativo di debolezza.
Quando trascuriamo cronicamente questo bisogno per giorni, mesi e anni, compromettiamo la nostra capacità di elaborare profondamente l'esperienza vissuta, di recuperare lo stress, ripristinando costantemente l'equilibrio fisico e mentale.
In questo nodo poniamo le basi per l'affaticamento cronico, la tensione e numerosi problemi psicosomatici. In termini fisici questa inosservanza può condurre a problemi dovuti allo stress, quali ipertensione, ulcera e predisposizione alle malattie, assieme ai comuni mal di schiena, mal di testa e altri dolori muscolari quotidiani. Psicologicamente, può scatenare sentimenti di depressione o di inadeguatezza, mancanza di autostima, sbalzi di umore e problemi nei rapporti con gli altri nel lavoro come negli affetti.
Le scoperte più notevoli sui ritmi che regolano la vita avvengono a partire dal 1960, quando sono le istituzioni militari e le industrie a finanziare la ricerca scientifica e sperimentale.
Occorre infatti capire i limiti delle prestazioni umane, specialmente in situazioni di stress marcato e prolungato. L'attività dei piloti, dei controllori di volo, dei militari impegnati in incarichi speciali, dei tecnici che controllano particolari macchine e impianti.
Durante la fase crescente e calante di 90-120 minuti del ciclo fondamentale di riposo-attività si è scoperta l'influenza sul rendimento, sulla creatività e sull'apprendimento dei seguenti fattori chiave.
Capacità verbali e spaziali: il rendimento in prove verbali e spaziali si alterna durante l'intero arco della giornata i un ritmo prevedibile si 90-120 minuti, passando da una fase del ciclo fondamentale di riposo-attività all'altra, risultato degli spostamenti ultradiani fra i due emisferi complementari del cervello.
Attività fisica: ricerche dell'esercito americano hanno indagato sulla attività fisica spontanea di un gruppo di volontari in età universitaria. Lasciati soli in una stanza disadorna e tranquilla, ognuno dei soggetti si è spostato nell'ambiente collocandosi in un'altra posizione con una cadenza inconfondibile di 113 minuti.
Coordinazione occhio-mano e memoria: studi condotti presso le università di Harvard e Cornell hanno osservato le abilità di volontari impegnati a gioare con video game. I volontari raggiungevano un evidente punto massimo nel coordinamento occhio-mano ogni 86 minuti e ogni 88 inuti nell'apprendimento e nella memoria a brve termine.
Prontezza mentale: Un gruppo di ricercatori universitari ha sottoposto dei soggetti a un test relativo a compiti complessi che richiedevano un'estrema prontezza mentale. Anche in questo caso il rendimento cariava secondo ritmi di 90-120 minuti.
Creatività: Si è scoperto che la risposta di soggetti sottoposti a test psicologici che misurano la creatività, come il Rorschach varia all'incirca ogni 90 minuti.

Ma c'è un'altra cosa estremamente importante riguardo al succedersi dei cicli mentali ultradiani: il fatto la fase di attività alterni un emisfero cerebrale alla volta. Durante un ciclo è preminente l'emisfero destro del cervello, durante il ciclo successivo diviene preminente l'altro emisfero.
Diventa evidente come si possa allora non solamente rispettare il ritmo attività/riposo, ma addirittura utilizzare la propria prevalenza cerebrale per svolgere al meglio le proprie attività. 
Sembra dimostrato il fatto che la dominanza di un emisfero celebrale rispetto all'altro sia collegato con il ciclo nasale, significa che il respiro non avviene coneporaneamente attraverso entrambe le narici, ma prevalentemente attraverso una in un ciclo che dura complessivamente 4 ore (in media): due ore (120 minuti) su una narice e due ore sull'altra narice.
Quando il respiro fluisce attraverso la narice sinistra è l'emisfero cerebrale destro ad essere attivo. Viceversa, quando il respiro avviene attraverso la narice destra, è attivo l'emisfero sinistro.

 Essere consapevoli dell'esistenza dei cicli ultradiani di attività e riposo ci consente di imparare a rispettare il più possibile il loro ritmo.

martedì 22 gennaio 2013

La bella Italia che non seduce gli italiani di Massimo Gramellini

 

 E così, dopo aver visitato la Roma dei Papi e il mondo esoterico di Leonardo, nel nuovo thriller di Dan Brown si passeggia tra le strade di Firenze e le pagine infernali di Dante. Dan Brown non sarà un maestro di stile, ma è un’autorità indiscussa in materia di fatturato. Se ogni volta mette l’Italia sullo sfondo dei suoi polpettoni è perché sa che l’Italia fa vendere in tutto il mondo. Non l’Italia di oggi, naturalmente, mediocre sobborgo d’Occidente come tanti altri. L’Italia del passato: le città d’arte del Rinascimento e l’Antica Roma. Gli unici due momenti della storia in cui siamo stati la locomotiva dell’umanità.     E a questo punto, ossessiva, scatta la solita domanda: perché? Perché, se l’Italia fa vendere, a guadagnarci devono essere sempre gli altri? Perché i miti del passato italiano affascinano gli scrittori e i registi stranieri, ma non i nostri?
 Al di là delle letture dantesche di Benigni, che sono un’eccezione magnifica ma non esportabile, perché l’Inferno ispira romanzi a Dan Brown e non a Sandro Veronesi (cito lui in quanto bravo e pure toscano), tantomeno al sottoscritto che al massimo potrebbe narrare le imprese di Pulici e Cavour? Perché i telefilm sui Borgia li fanno gli anglosassoni e non un pronipote di Machiavelli? Perché le gesta del Gladiatore sono state narrate da Ridley Scott e non dall’epico Tornatore? Persino lo scrittore-archeologo Valerio Massimo Manfredi, nonostante qualche incursione sporadica nella romanità, preferisce mettere al centro delle proprie saghe i greci Alessandro e Ulisse. Se la tomba dell’eroe di Russell Crowe, scoperta tre anni fa lungo la Flaminia, si trasformerà in un’attrattiva turistica sarà per merito delle associazioni straniere che stanno raccogliendo i fondi necessari al restauro, nel disinteresse impotente del ministero della Cultura, che in Italia dovrebbe contare quanto quello del petrolio in Arabia Saudita, mentre l’opinione comune lo considera una poltrona di serie B.
 Ma questo rifiuto pervicace di dare al mondo l’immagine dell’Italia che piace al mondo non riguarda solo gli artisti e i politici. Investe tutti noi. Un bravo psicanalista ci troverebbe materiale per i suoi studi. Sul lettino si dovrebbe sdraiare una nazione intera che si rifiuta orgogliosamente di essere come la vogliono gli altri e desidera invece con tutte le sue forze conformarsi al modello globale, condannandosi alla marginalità. Per quale ragione il passato che affascina e stimola la curiosità e l’ammirazione di turisti cinesi e best-selleristi americani ci risuona così pigro e indifferente? Perché rifiutiamo di essere il gigantesco museo a cielo aperto, arricchito da ristoranti e negozi a tema, che il mondo vorrebbe che fossimo? Forse è presbiopia esistenziale.
 L’antica Roma e il Rinascimento, incanti da esplorare per chi vive al di là dell’Oceano, per noi che ci abitiamo in mezzo si riducono a scenari scontati: le piazze del Bernini sono garage e il Colosseo uno spartitraffico. O è la scuola che, facendone oggetto di studio anziché di svago, ci ha reso noioso ciò che dovrebbe essere glorioso. Ma forse la presbiopia e la scuola c’entrano relativamente: siamo noi che, per una sorta di imbarazzo difficile da spiegare, ci ostiniamo a fuggire dai cliché - sole, ruderi, arte e buona tavola – a cui il mondo vuole inchiodarci per poterci amare e invidiare.
 L’Italia capitale universale della bellezza e del piacere è l’unico Paese che può scampare al destino periferico che attende, dopo duemila anni di protagonismo, la stanca Europa. Ma per farlo dovrebbe finalmente accettare di essere la memoria di se stessa. Serve una riconversione psicologica, premessa di quella industriale. Serve un sogno antico e grande, mentre qui si continua a parlare soltanto di spread.  

sabato 19 gennaio 2013

Dal curriculum di un genio visionario...

 
"Sto cercando una casa con solide fondamenta per poterla ristrutturare.
Ho voglia di abbattere muri, costruire ponti e appiccare incendi.
Ho molta esperienza, un sacco di energia, un po’ di quella cosa che chiamano “visione” e non ho paura di cominciare dall’inizio."
Steve Jobs

martedì 15 gennaio 2013

Pedro Salinas

Non trattenerti mai
quando vorrai cercarmi.
Se vedi mura di acqua,
ampi fossati d’aria,
siepi di pietra o tempo,
guardie di voci, passa.
 
Ti aspetto con un essere
che non aspetta gli altri:
solo per te c’è spazio
là dove io ti aspetto.
 
Nessuno può incontrarsi
lì con me eccetto il corpo
che ti conduce, come
un miracolo, in bilico.
Intatto, inalienabile,
un grande spazio bianco,
azzurro, in me non vuole
nient’altro che i tuoi voli,
i passi dei tuoi piedi;
non si vedranno mai
in esso altre orme.
 
E se a volte mi guardi
come a un prigioniero,
tra cose astruse,
o dietro delle porte,
pensa alle alte torri,
alle tremule cime
dell’albero, ben saldo.
Le anime delle pietre
che sotto sono all’opera
è sulla punta estrema
della torre che aspettano.
 
E loro, uccelli, nuvole,
non si sbagliano: lasciano
che passino al di sotto
gli uomini ed i giorni,
e vanno in alto,
sulla cima dell’albero,
l’apice della torre,
sicuri che lassù,
sulle frontiere estreme
del loro essere terreni,
è dove si consuma
ogni amore gioioso,
solitari ritrovi
della carne e le ali.

venerdì 11 gennaio 2013

STILE di Charles Bukowski

Lo stile è una risposta a tutto.
un nuovo modo di affrontare un giorno noioso o pericoloso
fare una cosa noiosa con stile è meglio che fare una cosa pericolosa senza stile.
fare una cosa pericolosa con stile è ciò che io chiamo arte.
La corrida può essere arte
Boxare può essere arte.
Amare può essere arte.
Aprire una scatola di sardine può essere arte.
Non molti hanno stile.
Non molti possono mantenere lo stile.
Ho visto cani con più stile degli uomini,
Sebbene non molti cani abbiano stile.
I gatti ne hanno in abbondanza.
Quando Hemingway si è fatto saltare le cervella con un fucile, quello era stile.
Alcune persone ti insegnano lo stile.
Giovanna d'Arco aveva stile.
Giovanni il Battista.
Gesù
Socrate.
Cesare.
García Lorca.
In prigione ho conosciuto uomini con stile.
Ho conosciuto più uomini con stile in prigione che fuori di prigione.
Lo stile è una differenza, un modo di fare, un modo di esser fatto.
Sei aironi tranquilli in uno specchio d'acqua, o tu, mentre esci dal bagno nuda senza
vedermi.

LETTORI FISSI