venerdì 28 gennaio 2011

Recensione: A PERDIFIATO di Mauro Covacich


Dario Rensich è arrivato sesto alla maratona di New York. Un risultato lusinghiero, quanto basta per diventare un apprezzato allenatore della Federazione, che lo manda in Ungheria con l'incarico di preparare per la maratona un gruppo di giovani mezzofondiste, determinate ad afferrare l'occasione per emergere. Un tormentoso iter per l'adozione di Fiona, la bimba che lui e la moglie Maura «aspettano», sembra sia giunto alle ultime battute proprio in coincidenza con la partenza di Dario per Szeged, la cittadina in riva al Danubio. Il fiume in agonia, inquinato dal cianuro, accompagna l'allenamento delle sette ambiziose diciottenni, tra le quali spicca l'imperscrutabile, magnetica Agota...
Segnato dalla disciplina della corsa, A perdifiato è un romanzo sul fuggire. Un libro inquieto, carico di forza e ambiguità, in cui tutte le vicende, come l'appassionante maratona finale, accelerano assumendo una piega sempre piú imprevedibile.

Dello stesso autore:


martedì 25 gennaio 2011

A proposito del maestro e del discepolo


Nel koan, di solito, il maestro e il discepolo sono insieme. Immagino il maestro completamente rilassato e sereno, e il discepolo teso e nervoso. Se il guru è nervoso e si trattiene, vuoi dire che non è un vero maestro. È un discepolo. Al contrario, se si gratta le natiche è un maestro. Joshu ha precisato questa idea in una meravigliosa frase: «Quando l'uomo comune conosce, si trasforma in un saggio e quando il saggio conosce, si trasforma in un uomo comune».
Un aneddoto storico sulla vita di Joshu racconta il modo in cui questo maestro viveva il suo insegnamento nella vita di ogni giorno.
Una persona venne a fargli visita per la prima volta. Il visitatore vide, in fondo al giardino, un bellissimo anziano assorto in profonda meditazione. Chiese al giardiniere, che era lì accanto, se quell'anziano fosse Joshu. E il giardiniere gli rispose: «No, assolutamente, Joshu sono io. Quello è il mio discepolo migliore».

Quando si vedono i grandi guru, si può essere portati a pensare che la loro ricerca non abbia raggiunto la vetta. Un maestro non si comporta così. È invisibile. È un uomo comune che ha percorso la strada fino alla fine.

   
 Tratto da "Il dito e la luna" di Alejandro Jodorowsky.


 

giovedì 20 gennaio 2011

 Dal film “Invictus” diretto da Clint Eastwood. Adattamento cinematografico del romanzo di John Carlin “Ama il tuo nemico. Nelson Mandela e il gioco che fece una Nazione”, racconta la storia del Sud Africa dopo l’elezione del presidente Nelson Mandela. Protagonisti del film sono Morgan Freeman e Matt Damon.

 

Invictus

 di William Ernest Henley
Dal fondo della notte che sovrasta
Come l’Inferno, polo a polo, nera,
Ringrazio qualunque dio esista
per l’anima mia così fiera.
Nel crudo artiglio degli eventi
Non ho gridato mai né sussultato.
Sotto i colpi di fortuiti accadimenti
Il capo è ferito e non piegato.
Oltre ‘sto sito di pianto e grida
Incombe delle tenebre l’Orrore.
Eppure negli anni ogni sfida
Mi trova, e troverà, senza timore.
Per quanto angusto sia il cammino,
Per quante pene il cartiglio abbia severe,
Sono maestro del mio destino:
E della mia anima il nocchiere.

 

Invictus

William Ernest Henley
Out of the night that covers me,
Black as the pit from pole to pole,
I thank whatever gods may be
For my unconquerable soul.

In the fell clutch of circumstance
I have not winced nor cried aloud.
Under the bludgeonings of chance
My head is bloody, but unbowed.

Beyond this place of wrath and tears
Looms but the Horror of the shade,
And yet the menace of the years
Finds and shall find me unafraid.

It matters not how strait the gate,
How charged with punishments the scroll,
I am the master of my fate:
I am the captain of my soul.
 

sabato 15 gennaio 2011

PERFORMANCE E FELICITÀ, TRE IDEE DI JAN ARDUI *

 









FORTUNA = PREPARAZIONE + OPPORTUNITA'
La performance e la felicità hanno molto a che fare con la fortuna: le persone felici attirano la fortuna, le persone che sono performanti e felici hanno successo in qualunque campo; in ultimo, le persone che sono performanti e felici sono eccellenti.
Ciò che ho scoperto è che la fortuna è l'incontro tra preparazione e opportunità .
(…) possiamo renderci conto che, se vogliamo ottenere qualcosa, possiamo spingere e fare pressioni finché vogliamo, ma il momento in cui le cose accadranno veramente, non dipende solo dal fatto che spingiamo, ma piuttosto dal fatto che sia arrivato il tempo giusto. La fortuna è quindi l'incontro tra preparazione e opportunità.
Un altro aspetto che è chiaramente presente nelle persone performanti e felici è che hanno una capacità di attenzione molto spiccata e questa attenzione serve loro per notare e cogliere le opportunità. È quindi importante saper spiraleggiare ed essere attenti all'arrivo del momento giusto, e contestualmente essere pronti a cogliere l'opportunità.

SUCCESSO = GRATITUDINE + GENEROSITA'
Da uno studio che è stato fatto negli USA sulle persone di successo nasce un'altra riflessione. Il risultato dello studio è veramente interessante e allo stesso tempo sorprendente. Le persone di successo hanno prevalentemente due qualità molto forti: la prima è che provano e dimostrano molta gratitudine e la seconda è che agiscono molto la generosità.
Quando ho letto i risultati di questo studio per la prima volta sono rimasto molto sorpreso, ma poi riflettendoci mi sono reso conto di quanto ciò abbia veramente senso. Le persone che provano gratitudine hanno l'abilità di dare valore alle cose e le persone grate hanno anche la tendenza ad utilizzare tutte le risorse disponibili che li circondano, e a dare molto valore a ciò che avviene e a ciò che è presente nel loro contesto. Se ci riflettiamo, questo aspetto è strettamente in relazione con il successo.
Se vogliamo utilizzare le risorse intorno a noi, dovremmo iniziare dal provare e dimostrare un senso di gratitudine, e poi passare alla generosità. E cos'è la generosità? Beh, è quella sensazione che ci fa venire voglia di condividere ogni cosa, e non di tenercela per noi. Il tenere le cose per noi, o trattenere le informazioni, ha a che fare con la paura di non avere abbastanza. Quindi chi è generoso parte dal presupposto di avere abbastanza; questo è un elemento chiave in relazione al successo e anche alla felicità.
(…)Probabilmente tutti noi abbiamo avuto esperienze all'interno di alcune aziende, o altri contesti in cui avevamo delle sensazioni ambigue, in cui ci siamo chiesti se ci trovavamo al posto giusto, o se veramente il contesto rappresentasse un'espressione di noi. Se abbiamo avuto qualche dubbio del genere, questo avrà a sua volta avuto un impatto sulla nostra performance e di conseguenza, ciò avrà un impatto sulla nostra felicità, perché ci sarà stata una parte di noi che non poteva essere pienamente presente e quindi felice. E qualunque libro sulla felicità o sulle performance di alto livello riporterà questo aspetto: le persone felici e con performance di alto livello, si “perdono” letteralmente in quello che fanno e nel contesto in cui si trovano, ne sono
completamente assorbiti.

ECCELLENZA = DISCIPLINA + LIBERTA'
Osservando le persone eccellenti, peraltro molto affascinanti da osservare, ho sviluppato una nuova consapevolezza. Se guardate qualcuno che è eccellente in ciò che fa, qualunque cosa sia, noterete che ci sono due qualità in relazione all'eccellenza: la prima è che chi è eccellente è disciplinato, ed è una persona che è in grado di focalizzarsi e che non ha paura di ripetere centomila volte la stessa cosa, che è dedicata e che prova una forte spinta a perseguire i suoi obiettivi, e che è pronta a fare qualunque cosa per realizzare quello che vuole. Ma se c'è solo disciplina, probabilmente ci troviamo di fronte ad un ottimo soldato, che può essere anch'egli eccellente naturalmente, ma saremo di fronte a una persona alquanto rigida, quasi come una macchina. A bilanciare questa situazione, si rende quindi necessaria una contro-qualità e per me la contro-qualità è un forte senso di libertà. Quindi altri due ingredienti fondamentali per l'eccellenza sono la disciplina e la libertà.
(…) Io penso che le persone che sono performanti e felici dimostrano un grande impegno e hanno anche una mentalità che permette loro di prendersi le libertà che vogliono, e il fatto che questi due aspetti possano convivere combinandosi, senza che uno eroda l'altro, penso che sia veramente un elemento essenziale dell'eccellenza e anche di performance e felicità.

Per concludere vorrei condividere un ultimo aspetto che hanno in comune le persone che ho sinora citato, al di là della loro eccellenza, del loro successo e della loro fortuna: queste persone sono in grado di usare la propria eccellenza ma anche le proprie debolezze e per me questa capacità è strettamente connessa al nostro tema di performance e felicità.
Se sono una persona che riesce a usare quello che non sa o non conosce e sa usare le proprie debolezze insieme alla propria eccellenza, che risultato posso ottenere? È molto probabile che il risultato è che sono completamente preso e assorbito in quello che faccio, e quindi presente al 100% nel contesto e in ciò che si fa.
Abbiamo un bel esempio di performance e felicità se osserviamo i bambini quando giocano: sono al 100% nel contesto e diventano quello che fanno in maniera eccellente.

Un altro elemento fondamentale è avere un buon equilibrio tra ricevere e dare e questa è la differenza per me tra vera felicità e l'essere concentrati prevalentemente o sul dare o sul ricevere. Ad esempio, l'intrattenimento si basa sul ricevere: quando siamo seduti davanti alla televisione, ci intratteniamo, ricevendo una serie di input; in realtà stiamo di fronte al televisore come se fossimo vuoti, e dobbiamo quindi essere riempiti da tutto ciò che la TV ci manda! Se facciamo zapping tutta la sera, quando ci alziamo e andiamo a dormire, difficilmente proviamo una sensazione di vera felicità e performance e questo è per me un esempio di mancanza di equilibrio tra ricevere e dare, dove l'ago della bilancia è troppo spostato sul ricevere. Se pensiamo alla libertà di scelta, ci rendiamo conto che in essa coesistono la libertà e il controllo. Se vogliamo essere performanti e felici necessitiamo del senso del controllo, altrimenti rischiamo di ricevere solamente. Se al contrario siamo sbilanciati verso il controllo, cioè siamo molto controllati, saremo concentrati solo nel dare, senza permetterci di ricevere nulla. Quindi la sfida generativa che propongo trova senso nell'equilibrio tra come posso utilizzare e dare ciò che ho ricevuto, sapendo che non è completamente sufficiente, perché, nonostante abbia già ricevuto così tanto, c'è ancora qualcosa che posso aggiungere.

*JAN ARDUI Psicoterapeuta della Gestalt e trainer internazionale PNL. Jan insegna PNL in Belgio, Francia,   Italia, Marocco e Russia.

mercoledì 12 gennaio 2011

Recensione: CODICE DELL'ANIMA di James Hillman

Esiste qualcosa, in ciascuno di noi, che ci induce a essere in un certo modo, a fare certe scelte, a prendere certe vie - anche se talvolta simili passaggi possono sembrare casuali o irragionevoli?


Un daimon guida la nostra vita e le nostre scelte. Se noi lo contrastiamo o lo ignoriamo ci ricorda la sua presenza con sintomi o malattie.
Non è una questione di Natura o di Cultura, di patrimonio genetico o di influssi ambientali, di infanzia e genitori inadeguati: il dipanarsi delle nostre esistenze è guidato da qualcos'altro che la psicologia scientifica non riesce a focalizzare, perché non si tratta di entità visibili e misurabili.
La bellezza, la fantasia e l'immaginazione hanno abbandonato la psicologia moderna e le nostre vite. Le categorie, in cui ogni giorno cercano di ingabbiarci, non rendono conto della complessità e unicità di ogni persona.
Hillman in questo libro, che costituisce un po' una summa del suo pensiero, ci parla, utilizzando anche le biografie di persone famose e facendo ricorso come al solito alla migliore tradizione del pensiero filosofico, di intuizione, di carattere, di vocazione, di destino, di pensiero mitico, di necessità e di provvidenza, concetti cui oggi mai si accenna durante le sedute di psicoterapia.
Un altro bel libro su cui riflettere, questo dello psicanalista americano, per combattere il conformismo di una cultura psicologica troppo razionalista e meccanicistica che può rivelarsi patogena in sommo grado.
Un libro avvincente e chiaro che apre la nostra esistenza a nuove prospettive.

domenica 9 gennaio 2011

CONOSCO BARCHE

Conosco delle barche
che restano nel porto per paura
che le correnti le trascinino via con troppa violenza.

Conosco delle barche che arrugginiscono in porto
per non aver mai rischiato una vela fuori.

Conosco delle barche che si dimenticano di partire
hanno paura del mare a furia di invecchiare
e le onde non le hanno mai portate altrove,
il loro viaggio è finito ancora prima di iniziare.

Conosco delle barche talmente incatenate
che hanno disimparato come liberarsi.

Conosco delle barche che restano ad ondeggiare
per essere veramente sicure di non capovolgersi.

Conosco delle barche che vanno in gruppo
ad affrontare il vento forte al di là della paura.

Conosco delle barche che si graffiano un po’
sulle rotte dell’oceano ove le porta il loro gioco.

Conosco delle barche
che non hanno mai smesso di uscire una volta ancora,
ogni giorno della loro vita
e che non hanno paura a volte di lanciarsi
fianco a fianco in avanti a rischio di affondare.

Conosco delle barche
che tornano in porto lacerate dappertutto,
ma più coraggiose e più forti.

Conosco delle barche straboccanti di sole
perché hanno condiviso anni meravigliosi.

Conosco delle barche
che tornano sempre quando hanno navigato.
Fino al loro ultimo giorno,
e sono pronte a spiegare le loro ali di giganti
perché hanno un cuore a misura di oceano.

Jacques Brel

Jacques Brel


lunedì 3 gennaio 2011

L'ultima lezione di Randy Pausch


Randy Pausch ha tenuto la sua ultima lezione pubblica, la "Last Lecture" intitolata "Realizzate i Vostri Sogni d'Infanzia" ("Really Achieving Your Childhood Dreams"), presso la Carnegie Mellon University il 18 settembre 2007.

Pausch ha fatto la sua "Last Lecture" in seguito ad una serie di lezioni in cui prestigiosi accademici hanno dibattuto sul tema di un ipotetico "esposto finale" sulla base della precisa domanda "quale massima provereste a comunicare al mondo se sapeste di avere un'ultima possibilità di farlo?".

Prima di parlare, Pausch ha ricevuto una lunga standing ovation da una platea di oltre 400 persone tra colleghi e studenti. Quando, invitando il pubblico a sedersi, ha scherzato "Fatemeli guadagnare" (questi applausi), qualcuno tra la folla gli ha risposto urlando "L'hai già fatto!". * "Quando sbagli chiedi scusa! Una buona scusa è formata da tre parti: "Mi dispiace"; "Era colpa mia", "Cosa posso fare per rimediare"? La maggior parte della gente salta la terza parte; è da questo che puoi capire chi è sincero". * "L’esperienza è ciò che ottieni quando non sei riuscito a ottenere ciò che volevi". * "Ogni ostacolo, ogni muro di mattoni, è lì per un motivo preciso. Non è lì per escluderci da qualcosa, ma per offrirci la possibilità di dimostrare in che misura ci teniamo. I muri di mattoni sono lì per fermare le persone che non hanno abbastanza voglia di superarlo. Sono lì per fermare gli altri". * "Quando fai qualcosa di sbagliato e nessuno si prende la briga di dirtelo, significa che è meglio cambiare aria. Chi ti critica lo fa perché ti ama e ti ha a cuore". * "Mi lamentavo con mia madre di quanto fosse difficile quell'esame all'università, e di quanto fosse spaventoso. Lei si inclinò verso di me, mi diede un buffetto sulle spalle e mi disse: «Sappiamo bene come ti senti, tesoro, ma ricorda, tuo padre alla tua età combatteva contro i tedeschi»". * "Sto per morire e mi sto divertendo. E continuerò a divertirmi ogni giorno che ancora mi resta da vivere. Perché non c’è un altro modo per farlo". * "Non perdete mai la capacità di stupirsi tipica dei bambini. È troppo importante. È quella a spingerci ad andare avanti, ad aiutare gli altri". * "Ho una mia teoria sulle persone che provengono dalle famiglie numerose: sono persone migliori degli altri, perché hanno dovuto imparare come andare d’accordo con gli altri". * "Non si può arrivare in cima da soli. Qualcuno deve aiutarti. Io credo nel karma. Credo che si riceve ciò che si è dato". * "Non lamentatevi. Lavorate più duramente. Non cedete. Loro migliore è quello che giace in fondo ai barili di merda". * "Se vivrete nel modo giusto, il karma si prenderà cura di voi. I sogni verranno da sè". * "La fortuna è quel momento in cui la preparazione incontra l’opportunità" * "La fortuna ce la creiamo da soli, chi più sa più vale."

LETTORI FISSI