martedì 25 gennaio 2011

A proposito del maestro e del discepolo


Nel koan, di solito, il maestro e il discepolo sono insieme. Immagino il maestro completamente rilassato e sereno, e il discepolo teso e nervoso. Se il guru è nervoso e si trattiene, vuoi dire che non è un vero maestro. È un discepolo. Al contrario, se si gratta le natiche è un maestro. Joshu ha precisato questa idea in una meravigliosa frase: «Quando l'uomo comune conosce, si trasforma in un saggio e quando il saggio conosce, si trasforma in un uomo comune».
Un aneddoto storico sulla vita di Joshu racconta il modo in cui questo maestro viveva il suo insegnamento nella vita di ogni giorno.
Una persona venne a fargli visita per la prima volta. Il visitatore vide, in fondo al giardino, un bellissimo anziano assorto in profonda meditazione. Chiese al giardiniere, che era lì accanto, se quell'anziano fosse Joshu. E il giardiniere gli rispose: «No, assolutamente, Joshu sono io. Quello è il mio discepolo migliore».

Quando si vedono i grandi guru, si può essere portati a pensare che la loro ricerca non abbia raggiunto la vetta. Un maestro non si comporta così. È invisibile. È un uomo comune che ha percorso la strada fino alla fine.

   
 Tratto da "Il dito e la luna" di Alejandro Jodorowsky.


 

Nessun commento:

Posta un commento

lascia il tuo commento.

LETTORI FISSI