martedì 24 settembre 2013

La Felicità Duratura

La felicità è questione profonda. Anche per la nostra salute: tanto che, oltre ai benefici sulla psiche, esistono oggi studi che raccontano come davvero perseguire obiettivi positivi e godere dei risultati raggiunti faccia bene al corpo e alla mente. Ringiovanendo e garantendo maggior resistenza alle malattie, al naturale invecchiamento e dando al nostro organismo l’opportunità di proteggersi meglio dai fattori esterni. Un anticorpo sottoforma di sorriso. E' quel che sostiene uno studio, opera dei ricercatori americani dell’università della Carolina del Nord e appena pubblicato sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences: la felicità ci rende forti, ma in modi molto diversi a seconda del tipo. In sintesi una felicità temporanea data da una bella emozione, equivale a uno stress negativo, abbassando gli anticorpi e mettendoci in una condizione di debolezza. Al contrario, la felicità più duratura aiuta a rafforzare anticorpi e funzioni antinfiammatorie e antivirali.

DUE FELICITÀ – I ricercatori hanno infatti analizzato un gruppo di 80 persone, studiandone il sistema immunitario in differenti condizioni di felicità. Per tutto il gruppo ricorreva la caratteristica di non vivere momenti di stress negativo o di dolore e rabbia. E hanno scoperto come, a seconda del tipo di gioia vissuta, i tessuti del gruppo rispondevano in modo diverso alle sollecitazioni esterne. Per riuscire a isolare i fattori, i ricercatori hanno dunque diviso le esperienze vissute dal campione, usando la differenziazione cara ai filosofi e agli psicologi tra prospettiva di benessere edonica e eudaimonica. Quando si incorreva nella prima – quella legata alla gioia immediata delle piccole cose, come il profumo di un fiore, una coppa di buon gelato, un bacio o un acquisto azzeccato – ricorrevano nel corpo umano situazioni legate allo stress. Quando invece si mostrava soprattutto la seconda – quella che Aristotele definiva il più alto dei beni, legata alla felicità duratura del perseguire i propri obiettivi trovando così se stessi – cambiava completamente la risposta fisiologica della persona analizzata.

Come ricorda la ricercatrice che ha condotto lo studio, la professoressa di psicologia Barbara Fredrickson. «È bene ricordare che i pensieri e momenti positivi fanno bene in entrambe i casi di felicità. Ma le emozioni che proviamo oggi, contribuiranno in qualche modo a dire chi saremo in futuro, anche a livello cellulare».
      

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