Africa di Riccardo Barlaam*
Altro che Bric, Brasile, Cina e India. L'Economist, nel numero in edicola, dedica un lungo approfondimento ai dieci paesi a più rapida crescita nel mondo. Ebbene. Sei su dieci sono africani. 6 a 4, palla al centro. Tra i paesi a più rapida crescita nel 2010 c'è l'Angola ricca di petrolio e di materie prime che sta conoscendo un vero e proprio boom economico dopo i lunghi decenni di guerra civile. L'Angola, sentenzia il settimanale britannico, cresce più di chiunque altro nel mondo, con un ciclo virtuoso di investimenti e programmi infrastrutturali. Il cielo di Luanda è dominato dalle gru come a Berlino Est dopo la caduta del muro.
Questi primati sono il risultato di migliori politiche economiche, ma anche conseguenza del boom dei prezzi delle materie prime. Aumentano gli investimenti delle industrie minerarie per l'estrazione e per cercare nuovi giacimenti. E aumentano evidentemente anche gli introiti dei governi interessati. C'è ancora tanto da fare. Tante opportunità e investimenti, tanti soldi da spendere perché sono tanti i bisogni: centrali elettriche e distribuzione dell'energia, acqua potabile, acquedotti e condutture, rete dei trasporti e strade per facilitare gli scambi e lo sviluppo regionale, catena del freddo, logistica e distribuzione, produzione agricola e alimentare... Certo - direte voi - il problema spesso non è che mancano i soldi ma è che questi soldi vengono spesi male e si perdono nei rivoli della corruzione. Ci sono i clan al potere, il presidente e la sua famiglia allargata... Se sei dentro al giro, lavori e magari hai anche possibilità di carriera. Se sei fuori non hai nessuna chance di farcela. Triste ma vero. Quello che sta venendo in luce nei regimi corrotti del Nord Africa riguarda tanti paesi del continente. E' un male diffuso. Però è un fatto che molti paesi africani hanno una crescita del pil a due cifre, proprio come la Cina e i Bric. I mondiali di calcio in Sudafrica hanno mostrato per la prima volta in mondovisione un'immagine di un continente che cresce nonostante le sue tante contraddizioni. L'Economist con le sue statistiche lo conferma.
* giornalista del sole 24 ore ed autore con a Massimo Di Nola del libro MIRALO AFRICANO
Africa di Riccardo Barlaam*
Altro che Bric, Brasile, Cina e India. L'Economist, nel numero in edicola, dedica un lungo approfondimento ai dieci paesi a più rapida crescita nel mondo. Ebbene. Sei su dieci sono africani. 6 a 4, palla al centro. Tra i paesi a più rapida crescita nel 2010 c'è l'Angola ricca di petrolio e di materie prime che sta conoscendo un vero e proprio boom economico dopo i lunghi decenni di guerra civile. L'Angola, sentenzia il settimanale britannico, cresce più di chiunque altro nel mondo, con un ciclo virtuoso di investimenti e programmi infrastrutturali. Il cielo di Luanda è dominato dalle gru come a Berlino Est dopo la caduta del muro.
Questi primati sono il risultato di migliori politiche economiche, ma anche conseguenza del boom dei prezzi delle materie prime. Aumentano gli investimenti delle industrie minerarie per l'estrazione e per cercare nuovi giacimenti. E aumentano evidentemente anche gli introiti dei governi interessati. C'è ancora tanto da fare. Tante opportunità e investimenti, tanti soldi da spendere perché sono tanti i bisogni: centrali elettriche e distribuzione dell'energia, acqua potabile, acquedotti e condutture, rete dei trasporti e strade per facilitare gli scambi e lo sviluppo regionale, catena del freddo, logistica e distribuzione, produzione agricola e alimentare... Certo - direte voi - il problema spesso non è che mancano i soldi ma è che questi soldi vengono spesi male e si perdono nei rivoli della corruzione. Ci sono i clan al potere, il presidente e la sua famiglia allargata... Se sei dentro al giro, lavori e magari hai anche possibilità di carriera. Se sei fuori non hai nessuna chance di farcela. Triste ma vero. Quello che sta venendo in luce nei regimi corrotti del Nord Africa riguarda tanti paesi del continente. E' un male diffuso. Però è un fatto che molti paesi africani hanno una crescita del pil a due cifre, proprio come la Cina e i Bric. I mondiali di calcio in Sudafrica hanno mostrato per la prima volta in mondovisione un'immagine di un continente che cresce nonostante le sue tante contraddizioni. L'Economist con le sue statistiche lo conferma.
* giornalista del sole 24 ore ed autore con a Massimo Di Nola del libro MIRALO AFRICANO
Africa di Riccardo Barlaam*
Altro che Bric, Brasile, Cina e India. L'Economist, nel numero in edicola, dedica un lungo approfondimento ai dieci paesi a più rapida crescita nel mondo. Ebbene. Sei su dieci sono africani. 6 a 4, palla al centro. Tra i paesi a più rapida crescita nel 2010 c'è l'Angola ricca di petrolio e di materie prime che sta conoscendo un vero e proprio boom economico dopo i lunghi decenni di guerra civile. L'Angola, sentenzia il settimanale britannico, cresce più di chiunque altro nel mondo, con un ciclo virtuoso di investimenti e programmi infrastrutturali. Il cielo di Luanda è dominato dalle gru come a Berlino Est dopo la caduta del muro.
Questi primati sono il risultato di migliori politiche economiche, ma anche conseguenza del boom dei prezzi delle materie prime. Aumentano gli investimenti delle industrie minerarie per l'estrazione e per cercare nuovi giacimenti. E aumentano evidentemente anche gli introiti dei governi interessati. C'è ancora tanto da fare. Tante opportunità e investimenti, tanti soldi da spendere perché sono tanti i bisogni: centrali elettriche e distribuzione dell'energia, acqua potabile, acquedotti e condutture, rete dei trasporti e strade per facilitare gli scambi e lo sviluppo regionale, catena del freddo, logistica e distribuzione, produzione agricola e alimentare... Certo - direte voi - il problema spesso non è che mancano i soldi ma è che questi soldi vengono spesi male e si perdono nei rivoli della corruzione. Ci sono i clan al potere, il presidente e la sua famiglia allargata... Se sei dentro al giro, lavori e magari hai anche possibilità di carriera. Se sei fuori non hai nessuna chance di farcela. Triste ma vero. Quello che sta venendo in luce nei regimi corrotti del Nord Africa riguarda tanti paesi del continente. E' un male diffuso. Però è un fatto che molti paesi africani hanno una crescita del pil a due cifre, proprio come la Cina e i Bric. I mondiali di calcio in Sudafrica hanno mostrato per la prima volta in mondovisione un'immagine di un continente che cresce nonostante le sue tante contraddizioni. L'Economist con le sue statistiche lo conferma.
Questi primati sono il risultato di migliori politiche economiche, ma anche conseguenza del boom dei prezzi delle materie prime. Aumentano gli investimenti delle industrie minerarie per l'estrazione e per cercare nuovi giacimenti. E aumentano evidentemente anche gli introiti dei governi interessati. C'è ancora tanto da fare. Tante opportunità e investimenti, tanti soldi da spendere perché sono tanti i bisogni: centrali elettriche e distribuzione dell'energia, acqua potabile, acquedotti e condutture, rete dei trasporti e strade per facilitare gli scambi e lo sviluppo regionale, catena del freddo, logistica e distribuzione, produzione agricola e alimentare... Certo - direte voi - il problema spesso non è che mancano i soldi ma è che questi soldi vengono spesi male e si perdono nei rivoli della corruzione. Ci sono i clan al potere, il presidente e la sua famiglia allargata... Se sei dentro al giro, lavori e magari hai anche possibilità di carriera. Se sei fuori non hai nessuna chance di farcela. Triste ma vero. Quello che sta venendo in luce nei regimi corrotti del Nord Africa riguarda tanti paesi del continente. E' un male diffuso. Però è un fatto che molti paesi africani hanno una crescita del pil a due cifre, proprio come la Cina e i Bric. I mondiali di calcio in Sudafrica hanno mostrato per la prima volta in mondovisione un'immagine di un continente che cresce nonostante le sue tante contraddizioni. L'Economist con le sue statistiche lo conferma.
* giornalista del sole 24 ore ed autore con a Massimo Di Nola del libro MIRALO AFRICANO
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