Ciascuno di noi sperimenta costantemente durante la giornata l'alternarsi di energia e stanchezza, di lucidità e affaticamento mentale, di stati d'animo differenti fra loro, di efficacia nel risolvere problemi e di blocco creativo.
Si tratta della manifestazione di picchi e valli naturali del ritmo biologico.
Questo ritmo che si ripete più volte durante il corso della giornata, è uno dei ritmi ultradiani e si svolge su un periodo di 90-120 minuti, creando un ciclo di eccitazione, massimo rendimento, tensione e riposo in molti dei nostri processi chiave fisici e psicologici.
Questi cicli fondamentali di riposo-attività modulano molti dei sistemi chiave della mente e del corpo: prontezza mentale, umore e creatività, energia, appetito, prestazione fisica, memoria ed eccitazione sessuale. L'intero organismo segue il richiamo di questi ritmi della durata di 90-120 minuti, per oltre 12 volte al giorno, ogni giorno della nostra vita.
Durante la prima fase di questo ritmo, per un periodo appunto che va dai 90 ai 120 minuti, cavalchiamo un'onda di crescente prontezza mentale e fisica e di energia; le nostre abilità, la memoria e la capacità di apprendimento sono al loro punto massimo per affrontare il mondo circostante. Al termine dei 90-120 minuti, l'onda di rendimento si è conclusa e si apre una fase di pausa, di durata variabile fra i 15 e i 20 minuti. In questa fase avvertiamo la necessità di riposare e molti dei sistemi mentali e corporei si rivolgono interiormente, alla ricerca di equilibrio e di ricarica per un impegno ulteriore. A quanto pare, la mente conscia dele prendere le distanze dagli impegni esterni, affinchè le parti più profonde della mente possano ricaricarsi e metabolizzare le esperienze. Questa è la risposta ultradiana di riequilibrio.
Purtroppo la maggior parte di noi ignora i segnali indicanti che i sistemi mente-corpo devono ripiegarsi all'interno, e attribuisce a queste sensazioni un significato negativo di debolezza.
Quando trascuriamo cronicamente questo bisogno per giorni, mesi e anni, compromettiamo la nostra capacità di elaborare profondamente l'esperienza vissuta, di recuperare lo stress, ripristinando costantemente l'equilibrio fisico e mentale.
In questo nodo poniamo le basi per l'affaticamento cronico, la tensione e numerosi problemi psicosomatici. In termini fisici questa inosservanza può condurre a problemi dovuti allo stress, quali ipertensione, ulcera e predisposizione alle malattie, assieme ai comuni mal di schiena, mal di testa e altri dolori muscolari quotidiani. Psicologicamente, può scatenare sentimenti di depressione o di inadeguatezza, mancanza di autostima, sbalzi di umore e problemi nei rapporti con gli altri nel lavoro come negli affetti.
Le scoperte più notevoli sui ritmi che regolano la vita avvengono a partire dal 1960, quando sono le istituzioni militari e le industrie a finanziare la ricerca scientifica e sperimentale.
Occorre infatti capire i limiti delle prestazioni umane, specialmente in situazioni di stress marcato e prolungato. L'attività dei piloti, dei controllori di volo, dei militari impegnati in incarichi speciali, dei tecnici che controllano particolari macchine e impianti.
Durante la fase crescente e calante di 90-120 minuti del ciclo fondamentale di riposo-attività si è scoperta l'influenza sul rendimento, sulla creatività e sull'apprendimento dei seguenti fattori chiave.
Capacità verbali e spaziali: il rendimento in prove verbali e spaziali si alterna durante l'intero arco della giornata i un ritmo prevedibile si 90-120 minuti, passando da una fase del ciclo fondamentale di riposo-attività all'altra, risultato degli spostamenti ultradiani fra i due emisferi complementari del cervello.
Attività fisica: ricerche dell'esercito americano hanno indagato sulla attività fisica spontanea di un gruppo di volontari in età universitaria. Lasciati soli in una stanza disadorna e tranquilla, ognuno dei soggetti si è spostato nell'ambiente collocandosi in un'altra posizione con una cadenza inconfondibile di 113 minuti.
Coordinazione occhio-mano e memoria: studi condotti presso le università di Harvard e Cornell hanno osservato le abilità di volontari impegnati a gioare con video game. I volontari raggiungevano un evidente punto massimo nel coordinamento occhio-mano ogni 86 minuti e ogni 88 inuti nell'apprendimento e nella memoria a brve termine.
Prontezza mentale: Un gruppo di ricercatori universitari ha sottoposto dei soggetti a un test relativo a compiti complessi che richiedevano un'estrema prontezza mentale. Anche in questo caso il rendimento cariava secondo ritmi di 90-120 minuti.
Creatività: Si è scoperto che la risposta di soggetti sottoposti a test psicologici che misurano la creatività, come il Rorschach varia all'incirca ogni 90 minuti.
Ma c'è un'altra cosa estremamente importante riguardo al succedersi dei cicli mentali ultradiani: il fatto la fase di attività alterni un emisfero cerebrale alla volta. Durante un ciclo è preminente l'emisfero destro del cervello, durante il ciclo successivo diviene preminente l'altro emisfero.
Diventa evidente come si possa allora non solamente rispettare il ritmo attività/riposo, ma addirittura utilizzare la propria prevalenza cerebrale per svolgere al meglio le proprie attività.
Sembra dimostrato il fatto che la dominanza di un emisfero celebrale rispetto all'altro sia collegato con il ciclo nasale, significa che il respiro non avviene coneporaneamente attraverso entrambe le narici, ma prevalentemente attraverso una in un ciclo che dura complessivamente 4 ore (in media): due ore (120 minuti) su una narice e due ore sull'altra narice.
Quando il respiro fluisce attraverso la narice sinistra è l'emisfero cerebrale destro ad essere attivo. Viceversa, quando il respiro avviene attraverso la narice destra, è attivo l'emisfero sinistro.
Essere consapevoli dell'esistenza dei cicli ultradiani di attività e riposo ci consente di imparare a rispettare il più possibile il loro ritmo.